ANDCI Campus 2024
Sono passate alcune settimane e non riesco ancora a smettere di essere felice per aver potuto partecipare al corso di formazione per direttori di coro organizzato dall’ANDCI ad Assisi. La formazione di quasi tre giorni mi ha permesso di acquisire nuove idee per lavorare con il coro e di conoscere musicisti particolarmente talentuosi. Vorrei condividere con tutti voi l’esperienza di ciò che abbiamo tratto da questo corso in Campus.
Il programma del corso era piuttosto variegato. Abbiamo lavorato sulle basi della direzione di coro, sull’interpretazione delle opere, sulla tecnica vocale, osservato il lavoro dei colleghi con il coro, analizzato la musica antica e la nuova ANDCI COLLECTION Vol. 7. Con la pubblicazione di brani per coro scritti appositamente per questa occasione, abbiamo analizzato le origini e l’interpretazione della musica afro-americana, e abbiamo anche avuto l’opportunità di conoscere l’improvvisazione corale e apprendere come applicarla nel lavoro con il coro. Quest’anno Ragnar Bohlin, Ēriks Ešenvalds e Brandon A. Boyd sono stati invitati al corso e ognuno di loro ha condiviso la propria esperienza di lavoro con il coro.
Il primo pomeriggio abbiamo incontrato Ragnar Bohlin e alcuni volontari direttori che si sono cimentati nella direzione del coro. R. Bohlin ha iniziato la formazione con il riscaldamento vocale dei coristi e ha continuato a lavorare con i direttori sui brani da loro scelti, tra cui Gabriel Fauré “Cantique de Jean Racine, Op.11”, Franz Schubert “An Sylvia”, Antonio Lotti “Crucifixus”. Il maestro ha condiviso i suoi commenti su ciò a cui ogni direttore di coro dovrebbe prestare attenzione nella sua tecnica manuale e ha condiviso le sottigliezze dell’interpretazione. La formazione è proseguita con un’introduzione da Manolo Da Rold, che ha spiegato l’importanza di una gestualitá efficace, i movimenti di 2, 3 e 4, la distribuzione delle funzioni della mano destra e sinistra, la corretta posizione dei polsi, delle mani e del corpo dei direttori, sottolineando con chiarezza gli errori di tecnica manuale che più spesso si commettono, cosa può influire negativamente sulla qualità del suono del coro e come evitarlo. È seguito subito l’incontro con Mauro Marchetti, che ha invitato tutti a riflettere su come il direttore del coro non debba dimenticare di educare i cantori, cercando di inserire nel repertorio musiche di generi quanto più diversi possibile. Senza dimenticare che i direttori sono creatori di cultura e devono sentirsi responsabili di selezionare il repertorio e di presentarlo al coro. Inoltre, ha evidenziato l’importanza della preparazione del direttore: analizzare a fondo la partitura corale, essere in grado di prevedere i problemi futuri dell’opera, ecc. Infine, abbiamo avuto l’opportunità di cantare la musica corale di compositori italiani di oggi, diretta dagli stessi compositori: “Vulnerasti Con Meum” di Enrica Balasso, “Exultate Justi In Domino” di Erica Eccli, “Kyrie Eraphicus” di Roberto Berzero e “Pater Noster” di Fausto Fenice. In serata, dopo la formazione e la cena, tutti i partecipanti sono stati invitati alla Basilica di Santa Chiara ad Assisi, dove abbiamo potuto ascoltare un meraviglioso canto gregoriano.
Abbiamo iniziato la mattinata del secondo giorno con l’insegnante di tecnica vocale, Catharina Scharp, che ci ha spiegato dettagliatamente i muscoli di tutto il corpo che si attivano durante il canto, la corretta posizione del corpo e gli errori più comuni (affaticamento muscolare nella parte superiore corpo, tensione nella zona di collo e del viso, respirazione alta e breve, ecc.). Successivamente è arrivato Manolo Da Rold con un approfondimento sulle basi della direzione corale; alcuni dei direttori principianti sono stati invitati a dimostrare la loro direzione. In particolare, sono stati invitati a lavorare su una direzione chiara, sulla ricerca di un piano immaginario in cui si muove il gesto, e su movimenti precisi nelle finali delle frasi, soprattutto in corrispondenza di una corona. A seguire Brandon A. Boyd ha presentato la musica afroamericana. Si è discusso delle differenze tra musica gospel, spiritual e soul, come riconoscere l’una o l’altra, smentendo false credenze. Ha sottolineato che la musica è per tutti, ma comporta anche la responsabilità di chi sceglie di eseguirla. Penso che il lavoro di Brandon A. Boyd abbia organizzato l’esercizio in modo che ciascuno di noi percepisse e ascoltasse prima la sua proposta, e solo quando indicato cantasse, si muovesse e sentisse la libertà del corpo, caratteristica particolarmente distintiva della musica afroamericana.
Dopo la pausa pranzo si è svolto l’incontro con il compositore lettone Ēriks Ešenvalds, che ha presentato la sua musica corale. Sotto la sua direzione abbiamo eseguito “O Salutaris Hostia”, “Only In Sleep”. Ēriks Ešenvalds ha condiviso i suoi pensieri su come comprendere il suono di un coro, a cosa lo associa, per chi sono stati scritti i brani e come dovrebbero suonare. Dopo c’è stato l’intervento di Carmine Catenazzo, con il suo minuzioso lavoro sui brani antichi. Abbiamo provato “Peccantem Me Quotidie” di Cristobal de Morales, “Estote Fortes” di Luca Marenzio e “Ego Sum Panis Vivus” di Giovanni Pierluigi da Palestrina. Nella conferenza successiva abbiamo approfondito le possibilità di uso dell’improvvisazione nel coro, con l’aiuto di una melodia particolarmente conosciuta e il suo sviluppo in un’armonia di indescrivibile bellezza insieme a Francesco Acquista. Al termine della formazione, Mauro Marchetti ha prestato particolare attenzione sulla preparazione del direttore del coro e come questa incida sulla qualità del lavoro. I partecipanti alla formazione hanno preso parte a un esperimento improvvisato: sono stati invitati dei volontari che hanno provato a simulare una lezione insegnando al coro “Music To Hear” del compositore lituano Vytautas Miškinis. Ed è allora che Mauro Marchetti ha dato dei buoni consigli su cosa concentrarsi, che tipo di lavoro scegliere (lavorare con voci individuali, lavorare solo con determinati gruppi, ecc.), a cosa prestare attenzione, come mantenere l’armonia del coro, la concentrazione durante le prove e ha sottolineato ancora una volta che bisogna evitare di arrivare a lavorare col coro impreparati. È evidente che un lavoro non adeguatamente preparato demotiva soprattutto i cantanti del coro e rende il lavoro stesso caotico.
Abbiamo iniziato il terzo giorno con Catherina Scharp, con focus sull’importanza della tecnica di respirazione, sulla formazione delle vocali, delle consonanti e sulla posizione delle corde vocali. Si è discusso di come e dove si formano le vocali, qual è la posizione della bocca (lingua, labbra) e delle corde vocali, si sono condivisi approfondimenti su come mantenere lo stesso timbro della voce in registri diversi. Poi, Manolo Da Rold, ha lavorato con i direttori su “Due Canti Natalizi” di Mauro Zuccante, “Resterà La Luce” di Giorgio Susana e “Laudate” di Knut Nystedt. In questi brani sono state riscontrate varie difficoltà per direttori di coro come ad es: cambio di metri, indicazioni chiare degli ingressi delle voci, inclusione di uno schema di direzione in 5 parti, corone, cambi di tempo, dinamica, ecc. Nell’ultimo incontro, Rognar Bohlin ha condiviso uno spaccato delle sue esperienze professionali e vari suggerimenti su come applicare le diverse tecniche di direzione nei brani corali, cosa dovremmo mostrare chiaramente o come il coro dovrebbe eseguire il fraseggio musicale: attraverso “Crucifixus” di Antonio Lotti, “Bogoroditse Djevo” di Arvo Part “.
Successivamente Brandon A. Boyd con il coro, che ha scelto di presentare “City Called Heaven” arr. da Josephine Poelinitz, il trad. gospel “How Majestic” e il trad. spiritual “Didn’t My Lord Deliver Daniel?” arr. da Lida Twine. Abbiamo lavorato sulla pronuncia, sull’articolazione e sulla sensazione di libertà del corpo per trasmettere al meglio lo stile musicale e sentire la musica con tutta l’anima. Dopo la pausa, Ēriks Ešenvalds ha continuato la formazione, attirando la nostra attenzione sulla posizione dei cantanti nel coro e su quanto sia importante per il suono complessivo del coro. Abbiamo seguito le sue istruzioni su come dovremmo interpretare la sua musica quando cantiamo “My Song”. A metà pomeriggio Carmine Catenazzo ha rifinito gli ultimi dettagli dei brani, sottolineando i punti cruciali da ascoltare attentamente. Domenica sera abbiamo concluso tutta la formazione con il corso di improvvisazione di Francesco Acquista, dove abbiamo effettuato una splendida improvvisazione. Passando dal canto gregoriano “Puer Natus Est Nobis” (cantato da Matteo Ferraldeschi), a un’improvvisazione del coro libera e al suo sviluppo coerente con una transizione al pezzo contemporaneo. Questa improvvisazione ha coronato e concluso magnificamente l’evento di Assisi.
Non mi nascondo, non conoscendo nessuno e avendo la barriera linguistica, personalmente ero molto nervosa all’arrivo ad Assisi. Ma sono stato accolto molto calorosamente da Roberto Maggio ed Enrico Miaroma. Li conoscevo solo dai social network e dopo la prima conversazione mi sono sentita una di loro. Qui vorrei incoraggiare i giovani direttori di coro a non aver paura di venire e conoscersi!
Cosa mi è piaciuto di più? Le parti più stimolanti sono state le improvvisazioni, che non avevo ancora applicato mentre lavoravo con il mio coro amatoriale. Sarà un’esperienza del tutto nuova per loro, dando loro completa libertà di espressione personale. Inoltre, mi è piaciuto molto cantare i nuovi brani
dei miei colleghi per il coro (spero che alcuni di loro sriveranno arrangiamenti anche per il coro femminile, a 3 voci per favore, grazie mille 🙂 ). Non sono un fan del gospel; è uno di quei generi meno conosciuti, ma quell’ora con Brandon A. Boyd non é durato molto, ha catturato l’attenzione di tutti con il suo carisma (uno dei tratti caratteriali più importanti per un conduttore). Dal punto di vista professionale della direzione di un coro, ho apprezzato ogni aspetto dell’insegnamento di Ragnar Bohlin: i momenti della direzione, le note e i commenti chiari, tutto è molto raccolto e ben pensato. Desidero ringraziare tutto il team dell’ANDCI per la formazione ben organizzata e particolarmente preziosa, l’amicizia e per diffondere la musica corale.
Sigita Petrauskaite